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Let’stalk

“Cut-up di espansione” di Tobia D’Onofrio

DESCRIZIONE:

Il cut-up è composto da scritti di Allen Ginsberg, Aleister Crowley, Hakim Bey, Stewart Home, Franco Bolelli, Timothy Leary, Enrico Petrilli, Genesis P-Orridge, Gianni De Martino, Renato Curcio, Internazionale Situazionista.

Coloro che vogliono superare il vecchio ordine stabilito, in tutti i suoi aspetti, non possono aderire al disordine del presente, anche nella sfera della cultura. Bisogna lottare senza più attendere, anche nel campo della cultura, per l'apparizione concreta dell'ordine fluido del futuro. È la sua possibilità, già presente fra di noi, che svaluta tutte le espressioni nelle forme culturali conosciute. Bisogna condurre alla loro distruzione estrema tutte le forme di pseudo-comunicazione, per giungere un giorno a una comunicazione reale diretta. Quando cambia la musica le mura della città crollano, come dicevano nell’antica Grecia.

Non esiste mezzo più potente dell'arte per ottenere l'apparizione visibile dei veri Dei. L’artista possiede la danza delle maschere, la totale radicalizzazione del linguaggio, l’invenzione di un terrorismo poetico che colpirà le idee maligne, i pesi morti sui coperchi delle bare dei nostri desideri.

Il nostro programma è la rivoluzione culturale attraverso un assalto totale alla cultura, usando ogni mezzo e ogni energia e tutti i media su cui riusciamo a mettere le nostre mani collettive... Un sollevamento di coscienza social-femminista e coscienza psichedelica, un’estetizzazione senza precedenti della vita di ogni giorno. La nostra cultura, arte, musica, giornali, libri, manifesti, i nostri abiti, case, il modo in cui camminiamo e parliamo, il modo in cui crescono i nostri capelli, il modo in cui dormiamo è tutto un messaggio e il messaggio è libertà.

Per cambiare la cultura è necessario cambiare i media, le modalità di comunicazione. I panorami mentali delle immagini della “realtà autorizzata” possono essere decostruiti, sfocati, demodulati in frammenti caotici e ricombinati in modo creativo a opera di uno speciale ceppo umano composto da maghi, ingegneri del caos, progettisti di “realtà non autorizzate”, come artisti guerriglieri/ che esplorano le alternative di de-animazione, una grammatica diversa da quella dell’attivismo tradizionale, una guerriglia micropolitica votata al presente, in cui corpi e piaceri sono il punto d’appoggio del contrattacco. Promuovere un'alluvione e un’inondazione rivoluzionarie nell'arte, promuovere l'arte viva, l'anti-arte, promuovere la realtà della non-arte perché venga capita da tutte le persone e non solo dai critici dilettanti e professionisti...  fondere i quadri della rivoluzione culturale, sociale e politica in un fronte unito per l'azione.

Questo movimento di liberazione da formule, abitudini e identità mette a fuoco la fondamentale contraddizione antropologica del genere umano. Mette a fuoco ansie e aggressività di quei modelli culturali e comportamentali che vedono la dissoluzione dell'identità non come una possibilità, ma come una minaccia. Quello che a questo modello umano fa paura delle sostanze psichedeliche non è la possibilità di una dipendenza, ma la fine di ogni dipendenza. Perché le sostanze psicotrope rivelano la totale artificiosità delle categorie e delle identità che la mente normalizzata adotta ormai meccanicamente, escludendo interi mondi cognitivi e percettivi dai propri ristretti confini. Mentre le sostanze psicoattive e tutte le esperienze di espansione ci rivelano che liberarsi da irrigidimenti identitari, vincoli sociali, formule ideologiche, norme comportamentali, non soltanto non è la fine di nulla, ma è semmai il principio di nuove forme di vita.

Il controllo è la ragnatela che ci intrappola e che ferisce la nostra intuitiva fiducia in noi stessi. La parola, la letteratura, si muove parallelamente a questo processo. Con un cut-up puoi rompere le aspettative, i valori ereditati e le supposizioni e imparare di nuovo a guardare a possibilità rivelatrici, descrivendo la realtà più accuratamente di qualunque sistema lineare. I nostri linguaggi sono lineari. La vita no.

Il limite del linguaggio rispecchia ed evidenzia il limite della mente. Espansione, ricchezza, meraviglia, esplorazione e scoperta di dimensioni sconosciute non sono affatto esterne o strane o estemporanee, ma appartengono organicamente al corpo, alla mente, al cuore, al sistema nervoso. La cosa più vicina alla possibilità di descrivere la realtà delle cose di contro al modello del vivere materialistico lineare che abbiamo ereditato, deve essere un metodo non lineare, integrato, caleidoscopico. Deve contenere, almeno implicitamente, ogni possibilità, ogni impossibilità, ogni pensiero, parola o atto, conscio e inconscio, simultaneamente. Il cut-up è una via pratica in questa direzione. La vita è molto semplicemente un fiume di cut-up ad ogni livello. Ciò che è necessario, perciò, è un metodo funzionale pratico che effettivamente decondizioni, disinibisca e cortocircuiti i taboo e le forme di controllo di una società.

Improvvisamente ho capito che il rituale e varie pratiche occulte sono infatti metodi per cortocircuitare il controllo dell'individuo, distruggendo La sua conformità con ciò che è stato abituato ad aspettarsi, a volere o ad aspirare. Sono un metodo parallelo, nel medium del comportamento e dell’auto-rivendicazione, a quello del cut-up nella scrittura, nei film, nei video e nella musica. Quindi metodi culturali per eludere il controllo possono tranquillamente essere applicati a noi stessi in modo altrettanto efficiente.

Per lo stesso equilibrio ecologico del pianeta e della specie, abbiamo bisogno di un'ondata di espansione dell'energia, di abbandonare la logica critica e di mettere a fuoco una cultura di creazione. È così che l'estasi può accadere non come un attimo separato, ma come uno stile di vita, che l'espansione può funzionare innanzitutto come una forma di sensibilità. Si tratta di far scorrere estasi ed espansione nella vita quotidiana, allestendo scenari, temperature, atmosfere, linguaggi, eventi, movimenti, comportamenti, chimiche, stati d’animo. Così si può, con assoluta naturalezza, “essere alti”. Si può flirtare con la vita nella sua pienezza, con il grande gioco dell'energia. Questa è la sola, grande responsabilità evolutiva. Evolutivamente, stiamo entrando in un'epoca di sintesi calde, non più di fredde analisi. Un’epoca dove si tratta di pensare per infiniti dinamici, non per definizioni statiche. Sono finiti soprattutto i modelli genetici della politica tradizionale. Una politica di espansione, una politica di creazione, una politica psichedelica è infinitamente più democratica perché vuole riportare gli esseri umani non al proprio mondo ma ai loro mondi. Alla possibilità di progettare e costruire infiniti mondi singolari. Non un mondo unico di differenze in conflitto, ma la proliferazione di mondi autonomi che esplorano affinità ed empatie.

In questo processo, la creazione di comunità autonome e armoniose è la condizione stessa di una soluzione antropologica globale.

L’esperienza dell'estasi (non della necessità, non della morale, non della razionalità) è sempre stata la fonte delle più grandi svolte evolutive. Per essere all'altezza di questa sfida è necessario essere “aperti alla realtà in misura superiore al normale”. È necessario liberarsi dalle strutture ordinarie, allestire incontri e comunità elettive intorno a un sé espanso. Per mettere al mondo questo modello umano e questa nuova era antropologica si tratta di mettere al centro le esperienze di espansione. Questa è ormai la sola politica possibile, questa è da sempre la sola vita possibile.

Ecco allora che il ricorso maturo e consapevole alla transe, alla transe di deomologazione creativa, appare come una prospettiva antropologica decisiva. A livello personale come a livello sociale, la qualità del mutamento si genera nei luoghi della transe. Transe come de-ipnotizzazione dalle prescrizioni omologanti e luogo di incontro - dono e accoglimento - dell'ir/ritazione. Transe come disconferma delle sinestesie alfabetiche del corpo prescritto ed esplorazione di nuove architetture sinestetiche. Transe come “sintomo” e “cura” allo stesso tempo. Accogliamo la transe, quindi, per accoglierci e lasciarci andare nei moti senza fine della guarigione e della ri-creazione.

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